Dott.ssa Claudia Iannotta Centro di Psicologia e Neuropsicologia - Torino
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L’attenzione è quella funzione che permette all’individuo di filtrare ed elaborare le informazioni o input provenienti dall’ambiente esterno per poter fornire un output di risposta ad esse adeguato.
Esistono diversi tipi di attenzione:
- selettiva
- sostenuta
- divisa.
Eziologia: la causa più comune alla base dei disturbi dell’attenzione è il trauma cranico, ma anche i danni cerebrovascolari e le patologie cerebrali quali il Morbo di Parkinson, la demenza di Alzheimer e la sclerosi multipla, sono cause frequenti di deficit attentivi. Anche in presenza di infezioni del sistema nervoso centrale, di abuso di sostanze o esposizione a sostanze tossiche possono rilevarsi disturbi dell’attenzione.
I disturbi attentivi possono essere suddivisi in tre grosse categorie, in base alla specifica capacità attentiva che diviene deficitaria.
1 – DISTURBO DELL’ATTENZIONE SOSTENUTA L’attenzione sostenuta è la capacità di mantenere l’attenzione su stimoli target per un protratto periodo di tempo. Gli stimoli target possono essere stimoli visuo-spaziali e uditivo-verbali.
SEDE DI LESIONI: prevalentemente a carico dell’emisfero destro, che appare più abile, rispetto al sinistro, nel protrarre l’attenzione per lungo tempo (Dimond, 1980); corteccia prefrontale e parietale posteriore, lobo temporale.
2 – DISTURBO DELL’ATTENZIONE SELETTIVA L’attenzione selettiva è la capacità che permette di concentrarci su uno o più stimoli target selezionandoli tra altri stimoli distrattori o tra informazioni in competizione tra loro. Gli stimoli target possono essere stimoli visuo-spaziali e uditivo-verbali.
SEDE DI LESIONI: lobo frontale sinistro, asse tronco-talamo-frontale. Nei casi di deficit di attenzione selettiva spaziale (neglet), le lesioni sono prevalentemente a carico del lobo parietale destro.
3 – DISTURBO DELL’ATTENZIONE DIVISA L’attenzione divisa è la capacità di prestare attenzione ed elaborare diverse informazioni che si presentano contemporaneamente.
SEDE DI LESIONI: prevalentemente diffuse, con una maggiore estensione a carico dell’emisfero destro; lesioni del corpo calloso, del lobo frontale e parietale.
Bibliografia
A. Stringer. Guida alla diagnosi neuropsicologica nell’adulto. Edra, 1988. Ladavas, Berti. Neuropsicologia cognitiva. Il Mulino, 1995, Bologna. Dimond SJ. Neuropsychology. Butterworth, 1980, London.
Dott.ssa Claudia Iannotta
(Psicologa - Ipnologa - Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale -
Perfezionata in Neuropsicologia e Psicodiagnostica Forense)
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