TEST DI VALUTAZIONE DELL’APRASSIA
- Le prove di dimostrazione dell’uso di oggetti comuni (es. martello, forchetta, pettine, chiave etc...), mediante presentazione tattile (il paziente viene bendato e gli viene posto in mano l’oggetto in questione), visiva (al paziente viene mostrato l’oggetto ma non gli si permette di toccarlo), o verbale (si richiede al paziente di dimostrare come si usa un determinato oggetto senza mostrarglielo), (De Renzi et al., 1982). Tali prove sono utili per discriminare se vi sia un’alterazione selettiva nell’esecuzione del gesto a seconda che sia stata stimolata l’una o l’altra via sensoriale. Tuttavia, nell’esecuzione di gesti su comando verbale, può essere di ostacolo il deficit di linguaggio (afasia), spesso presente nei pazienti aprassici; inoltre, la comparsa di un deficit aprassico in una prova di dimostrazione gestuale, non discrimina di per sè la presenza di un deficit ideativo da uno ideomotorio.
- L’uso coordinato e sequenziale di più oggetti (ad es. l’azione di imbustare una lettera, preparare il caffè, accendere una candela, avendo di fronte a sè gli oggetti da usare).
Gli errori più frequenti di fronte a queste prove sono: perplessità, maldestrezza, omissioni, localizzazione, uso erroneo, errori di sequenza (De Renzi e Lucchelli, 1988).
- Richiesta di esecuzione di gesti intransitivi (ossia gesti che non implicano l’uso di oggetti), su comando verbale (ad es. fare il segno della croce, il gesto di saluto, le corna), (De Renzi et al., 1968).
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