La sindrome è caratteristica dei lavoratori turnisti, in genere con turno variabile durante la settimana, che presentano disturbi della veglia (sonnolenza, irritabilità, calo delle prestazioni), insonnia e disturbi viscero-vegetativi (gastrointestinali, disturbi cardiaci). Come nel caso della sindrome da jet lag, il disturbo è più pronunciato quando si ha un anticipo di fase, cioé un accorciamento del ritmo delle 24 ore.
Con il persistere delle condizioni di lavoro a turni ruotanti, il disturbo tende a cronicizzarsi.
Trattamento.
Non farmacologico: a parte, quando possibile, abbandonare il lavoro, una soluzione per i turni fissi è rappresentata dalla definizione di un orario rigido di sonno diurno (in pratica, con una desincronizzazione stabile) e per i periodi di turni diurni un frazionamento del sonno in un sonnellino diurno di 2-3 ore ed un sonno notturno di 5-6 ore.
Farmacologico: quando non è possibile farne a meno, è consigliabile l'assunzione di benzodiazepine ad emivita ultrabreve che minimizzino i rischi di sonnolenza sul lavoro.
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